Negli ultimi anni, la genetica forense ha esteso il proprio campo oltre il DNA umano, aprendo la strada all’analisi del microbioma: l’insieme dei microrganismi presenti su corpo e ambiente. Questa dimensione biologica invisibile si sta rivelando preziosa per comprendere quando, dove e come si è verificato un evento.

PMI e ondate batteriche post mortem

Dopo la morte, i batteri che abitano il corpo umano si riorganizzano secondo schemi temporali precisi: alcune specie proliferano, altre scompaiono, altre ancora si spostano da un distretto all’altro. È stato osservato che, in particolare, i batteri intestinali tendono a traslocare verso i tessuti interni, dando origine a vere e proprie “ondate microbiche”. Analizzando queste successioni attraverso tecnologie di sequenziamento NGS e modelli predittivi, è possibile stimare con buona precisione il PMI (Post Mortem Interval-Intervallo post morte) anche in fasi avanzate. Questi cicli riflettono i processi trasformativi della decomposizione, come la rottura dei tessuti e il cambiamento del pH, che creano ambienti favorevoli a microbi diversi.

Microbioma ambientale e tracciamento di luoghi

Ogni ambiente — terreno, veicolo, abitazione — presenta un profilo microbico unico. Il confronto tra le tracce batteriche presenti su un corpo o un oggetto e quelle di uno specifico luogo può rivelare spostamenti, manipolazioni o incongruenze tra scena apparente e scena reale. Il microbioma diventa così una firma ambientale che aiuta a ricostruire la dinamica del fatto.

In alcune circostanze può contribuire a determinare la natura della traccia biologica (saliva, feci, sangue) quando il DNA umano è scarso o degradato, grazie al profilo caratteristico di microorganismi associati a ciascuno di questi fluidi o tessuti. In pratica, ogni tipo di fluido corporeo ha un microbioma “tipico”: identificando i batteri e altri microrganismi presenti, è possibile inferire qual è la natura della traccia anche quando il DNA umano non è sufficiente per l’identificazione.

Prospettive e limiti operativi

L’analisi microbiomica forense è ancora in fase di consolidamento. Mancano standard internazionali condivisi, e l’alta variabilità individuale e ambientale richiede basi dati geolocalizzate, controlli rigorosi e validazioni indipendenti. Tuttavia, come elemento indiziario di contesto, può rafforzare la ricostruzione probatoria, soprattutto in casi complessi.

Giovanni Langella